
Denunce strumentali e Codice Rosso — Studio Legale Ruffinotti
Le denunce strumentali nel contesto del Codice Rosso rappresentano un abuso grave del sistema giudiziario. Si tratta di denunce false o esagerate, presentate non per ottenere giustizia ma per conseguire vantaggi personali, spesso in situazioni di forte conflittualità familiare, come una separazione o una causa di affidamento dei figli.
Questo fenomeno produce effetti negativi su più fronti: da un lato, mina la credibilità delle vere vittime di violenza, rendendo più difficile distinguere i casi autentici da quelli inventati; dall’altro, espone l’accusato ingiustamente a misure cautelari immediate, con conseguenze pesanti sul piano personale, sociale ed economico.
Che cosa si intende per denuncia strumentale
Una denuncia è definita strumentale quando non nasce dall’esigenza di far valere un diritto, ma viene usata come strumento di pressione o come mezzo per ottenere un vantaggio indebito. In questi casi, il procedimento penale diventa un’arma impropria nelle mani della parte che agisce in malafede.
Le finalità più frequenti sono quelle di screditare la reputazione dell’altro, influenzare l’esito di un procedimento civile (ad esempio ottenere l’affidamento esclusivo dei figli o l’assegnazione della casa familiare) oppure esercitare un controllo psicologico ed economico.
I reati che più spesso vengono evocati a fini strumentali sono i maltrattamenti in famiglia (art. 572 c.p.), lo stalking (art. 612-bis c.p.) e la violenza sessuale (art. 609-bis c.p.).
Le conseguenze immediate di una denuncia
Il Codice Rosso prevede che, in presenza di una denuncia per reati che rientrano nel suo ambito di applicazione, le autorità debbano attivarsi immediatamente. Ciò significa che anche una denuncia infondata può determinare provvedimenti cautelari molto invasivi a carico dell’accusato.
Le misure più comuni sono l’allontanamento dalla casa familiare, il divieto di avvicinamento alla persona che ha sporto denuncia e, in alcune circostanze, perfino l’arresto in flagranza. Solo con il successivo accertamento giudiziario sarà possibile stabilire se le accuse erano fondate o meno, ma nel frattempo l’accusato subisce già conseguenze concrete e dolorose.
Reati configurabili per chi presenta una denuncia falsa
Chi presenta una denuncia strumentale non resta impunito. L’ordinamento penale prevede specifici reati per punire chi altera la verità con dolo, danneggiando gravemente un’altra persona.
Il reato più grave è la calunnia (art. 368 c.p.), che si verifica quando qualcuno accusa falsamente un innocente di un reato: la pena va da due a sei anni di reclusione, aumentata se la falsa accusa ha prodotto conseguenze gravi come l’applicazione di misure cautelari. Un’altra fattispecie è la simulazione di reato (art. 367 c.p.), ossia quando si denuncia un fatto mai avvenuto, punita con la reclusione fino a tre anni. Infine, nei casi in cui la falsa accusa abbia effetti sulla reputazione dell’accusato, può configurarsi la diffamazione (art. 595 c.p.), che comporta pene fino a un anno di reclusione o una multa, aggravate se la diffamazione avviene a mezzo stampa o social network.
Rimedi per chi è accusato ingiustamente
Subire una denuncia strumentale è un’esperienza devastante, ma l’ordinamento mette a disposizione diversi strumenti per reagire e difendersi. La prima linea di difesa consiste nella raccolta di prove, documenti e testimonianze che possano dimostrare l’infondatezza delle accuse. Con il supporto di un avvocato è possibile depositare una memoria difensiva e chiedere l’archiviazione del procedimento.
Se emergono gli estremi del dolo, è opportuno presentare una querela per calunnia nei confronti dell’autore della denuncia. In parallelo, si può avviare un’azione civile per ottenere il risarcimento dei danni morali, materiali ed esistenziali subiti a causa delle false accuse. Quando sono state disposte misure cautelari come l’allontanamento dalla casa familiare, il difensore può chiedere al giudice la revoca o la sostituzione delle stesse.
Conseguenze civili per chi accusa falsamente
La responsabilità di chi presenta una denuncia falsa non si limita al penale. Anche sul piano civile, l’autore può essere chiamato a rispondere delle conseguenze dannose arrecate all’accusato ingiustamente.
Le forme di risarcimento più frequenti riguardano i danni morali, come la sofferenza psicologica e la perdita di reputazione; i danni materiali, quali le spese legali e la perdita di opportunità lavorative; e i danni esistenziali, che si riflettono nel peggioramento della qualità della vita e dei rapporti familiari.
Il ruolo del giudice e delle autorità
Il giudice e il Pubblico Ministero hanno il compito fondamentale di valutare la fondatezza delle denunce, distinguendo i casi reali dagli abusi. È necessario che l’applicazione del Codice Rosso avvenga solo in presenza di elementi concreti e seri, per evitare che lo strumento di tutela diventi un mezzo improprio nelle mani di chi agisce in malafede.
Il nostro approccio legale
Lo Studio Legale Ruffinotti da anni assiste persone coinvolte in procedimenti complessi di diritto di famiglia e penale. Ci occupiamo sia delle vere vittime di violenza, che meritano tutela e protezione, sia di chi deve difendersi da accuse infondate o strumentali.
Il nostro approccio unisce rigore tecnico e attenzione alla persona. Quando necessario, collaboriamo con avvocati penalisti esperti nella materia e con la psicologa clinica e forense a Roma, Studio Mancori, per garantire un’assistenza multidisciplinare completa, soprattutto nei casi che coinvolgono minori.
Domande frequenti sulle denunce strumentali
Una denuncia falsa può attivare il Codice Rosso?
Sì, anche una denuncia falsa o strumentale può attivare il Codice Rosso. La normativa stabilisce che le autorità devono intervenire immediatamente in presenza di denunce per determinati reati, senza attendere la verifica della fondatezza. Di conseguenza, l’accusato può subire misure cautelari come l’allontanamento dalla casa o il divieto di avvicinamento, pur non avendo commesso alcun illecito. Solo con le indagini e l’intervento del giudice potrà emergere l’infondatezza delle accuse e revocare le misure adottate.
Cosa rischia chi presenta una denuncia strumentale?
Chi presenta una denuncia strumentale rischia conseguenze molto gravi. Sul piano penale può essere perseguito per calunnia, simulazione di reato o diffamazione, con pene che vanno da alcuni mesi fino a più anni di reclusione. Sul piano civile può essere condannato a risarcire l’accusato ingiustamente per i danni morali, materiali e psicologici subiti, oltre alle spese legali. L’abuso del Codice Rosso viene inoltre considerato un comportamento particolarmente grave e può aggravare le responsabilità dell’autore della falsa accusa.
Come si difende chi è accusato ingiustamente?
Chi viene accusato ingiustamente deve attivare subito una difesa legale mirata. È fondamentale raccogliere prove e testimonianze utili, depositare una memoria difensiva e chiedere l’archiviazione del procedimento. In alcuni casi è possibile presentare una querela per calunnia nei confronti dell’autore della denuncia e avviare un’azione civile per ottenere il risarcimento dei danni subiti. Inoltre, se sono state applicate misure cautelari, il difensore può chiedere al giudice la loro revoca. L’assistenza di un avvocato con esperienza in procedimenti di famiglia e penali è decisiva per gestire situazioni di questo tipo.
Le denunce strumentali danneggiano anche le vere vittime?
Sì, ed è uno degli aspetti più gravi del fenomeno. Ogni denuncia falsa compromette la credibilità delle vere vittime di violenza, che rischiano di non essere credute o di vedere rallentata la propria tutela. Le denunce strumentali rendono più complesso il lavoro delle autorità e minano l’efficacia del Codice Rosso, riducendo la fiducia delle persone realmente bisognose di protezione.
